Una marcia dal III Atto dell’opera Gli Esiliati in Siberia di Gaetano Donizetti, programmata a Modena in quel periodo, divenne l’inno dei rivoltosi, facendo sì che la censura imponesse l’immediata cessazione delle repliche.
Allestimento a Napoli per il primo atto dell'opera "Gli esiliati In Siberia , 1827
Le insurrezioni del 1831, avvenute nei Ducati e di Modena e Parma
(nonché in una parte dello Stato Pontificio) furono legate a doppio filo
alla rivoluzione dell’anno precedente avvenuta in Francia: infatti da
un lato i moti italiani furono una conseguenza più o meno diretta di
quelli francesi mentre dall’altro la stessa rivoluzione di luglio in
Francia appariva come il risultato di una trama ordita proprio nel
ducato di Modena e ambiguamente appoggiata dal duca Francesco IV.
Francesco IV sperava infatti di sfruttare i disordini politici per
creare un regno di cui potesse porsi a capo nell’Italia
centro-settentrionale e, a tal fine, entrò in contatto con le società
segrete dell’epoca, soprattutto con il carbonaro Enrico Misley e con Ciro Menotti,
il quale auspicava un’Italia unita sotto una monarchia costituzionale.
L’esito della rivoluzione di luglio, tuttavia, convinse Francesco IV ad
abbandonare ogni progetto cospirativo nella certezza che l’Austria non
avrebbe accettato nessun cambiamento nella situazione politica italiana:
i contatti con i cospiratori vennero mantenuti ma solo per agevolare il
blocco dell’imminente insurrezione. Il 3 febbraio 1831, infatti, i capi
della congiura furono arrestati su ordine del duca mentre erano riuniti
in casa di Menotti. La rivolta, tuttavia, scoppiò lo stesso il giorno
successivo, ma a Bologna, dilagando poi in Romagna nonché a Parma e
Modena (dove originariamente avrebbe dovuto avere inizio). Una marcia dal III Atto dell’opera Gli Esiliati in Siberia
di Gaetano Donizetti, programmata a Modena in quel periodo, divenne
l’inno dei rivoltosi, facendo sì che la censura imponesse l’immediata
cessazione delle repliche. Francesco IV fuggì dalla città ma,
nonostante l’iniziale successo, le divisioni interne degli insorti e la
mal riposta fiducia in un intervento orleanista limitarono fin da subito
le possibilità di riuscita dei moti: per le truppe asburgiche fu facile
attravsersare i territori e sconfiggere i ribelli a Rimini, favorendo
il ritorno all’ordine. I rivoltosi furono vittime di dure repressioni:
Ciro Menotti venne impiccato nel maggio dello stesso anno.
Da:
http://nonsolobelcanto.com/2011/07/16/risorgimento1-otto-mesi-in-due-ore-ossia-gli-esiliati-in-siberia-di-donizetti/
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