Nell’ideare il monumento a Mazzini mi
sono ispirato all’immaginario tradizionale di scultura celebrativa,
scultura che dovrà essere in sintonia allo spazio in cui verrà
collocata, in speculare ad un obelisco già presente nella piazza.
Per questo ho scelto la soluzione della citazione monumentale
ottocentesca come in tante belle piazze italiane ed europee, diversa
sarebbe stata la soluzione scelta se la statua fosse stata da
collocare in un interno.
Monumentalità che nella sua
atemporalità diventa contemporanea o meglio contaminata, contaminata
in questo caso, dalla tradizione, un tuffo nel passato filtrato con
il pensiero contemporaneo.
È questa la ragione per cui ho pensato
ad una basamento monumentale tradizionale che però da semplice
supporto diventa anch'esso scultura e in cima il busto di Mazzini
volutamente un po’ lontano e per questo un po’ sconosciuto come è
Mazzini per noi contemporanei.
Cosa permette di avvicinarlo a noi e
alle generazioni future Mazzini? Sono i suoi pensieri trasferiti nei
sui scritti, per questo che con una operazione sulle parole, scolpite
sulla base, le faccio scivolare, cadere, svanire, che è quello che
un po’ è accaduto e che non dovrebbe accadere a vantaggio delle
generazioni future.
Le lettere che compongono le parole
cadendo e scomponendosi creano un movimento che in un gioco
concettuale rende il basamento parte integrante della scultura e non
più supporto architettonico al busto.
Questa invenzione artistica oltre a
dare dinamica alla scultura da motivo di riflessione e di
avvicinamento ai testi di Mazzini, che ha contribuito con i suoi
pensieri e azioni a promuovere e realizzare l’idea dell’Italia
libera, unita, repubblicana ed integrata in una Europa di nazioni
libere e sorelle.
Pierantonio Volpini
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