Lasciato
alle spalle l’anno delle celebrazioni dell’unità d’Italia,
è
bene arrivato questo 2012 ,
MA
L’ANNIVERSARIO CONTINUA !
Ed
eccoci arrivati ai “ FATTI DI SARNICO “ 14 MAGGIO 1862 , quando
Garibaldi aveva radunato le camicie rosse per un’azione in
Trentino.
I
Fatti
di Sarnico
furono una sommossa mazziniana organizzata nella primavera del 1862
nella località bergamasca, da un centinaio di insorti, capitanati
dal patriota Francesco
Nullo
e con l'appoggio di Giuseppe
Garibaldi,
coll'intento di penetrare armati in Trentino e provocare
l'insurrezione di quelle popolazioni contro gli Austriaci.
In
questa località situata sul lago
d'Iseo
il governo regio lasciò organizzare i volontari per poi intervenire
pesantemente e bloccare l’iniziativa.
Il
piano mazziniano fu sventato da parte del governo di Urbano
Rattazzi
: il 14
maggio
1862
le prefetture di Bergamo
e Brescia ricevettero da Torino l’ordine di intervenire con la
forza, di bloccare sul posto i numerosi volontari e tutti i capi del
movimento insurrezionale.
Il
15 furono bloccati militarmente tutti i passi prima del confine
austriaco dello Stelvio, del Tonale e di Ponte
Caffaro,
sequestrate armi, munizioni e arrestati a Sarnico,
Trescore
Balneario
e Palazzolo
sull'Oglio
123 volontari tra i quali il generale garibaldino Francesco
Nullo di Bergamo , a capo dell’organizzazione
, Giuseppe Ambiveri (1847-1895) di Piacenza e Ergisto
Bezzi
di Ossana.
La
carcerazione a Brescia
del Nullo e dell’Ambiveri suscitò forti tumulti di piazza
a Bergamo e a Brescia .
Una folla inferocita tentò perfino di assaltare il carcere per
liberare gli arrestati, ma fu respinta a fucilate dalle guardie .
L’esercito
sparò sulla folla davanti alle carceri di Brescia lasciando a terra
tre morti
, un ferito grave e numerosi altri feriti. L’episodio mise in
agitazione l’opinione pubblica mentre la stampa e i partiti di
sinistra, vicini a Garibaldi e Mazzini,
attaccarono duramente nei giorni seguenti l’operato del governo.
La
tensione tra i volontari garibaldini e i vertici dell’esercito
regio raggiunse il culmine quando Garibaldi stesso definì i militari
“scherri mascherati “ e “boia“ chi aveva dato ordine di
sparare sui dimostranti.
I conti sarebbero stati saldati solo tre mesi dopo, in Aspromonte. Garibaldi, nel 1862, da Marsala, traversò tutta la Sicilia fino a Messina con oltre diecimila volontari armati senza che l’esercito potesse o volesse intervenire, ma questa volta per arrivare a Roma.
Garibaldi con duemila uomini sbarcò in Calabria. Braccato dall’esercito regio in Aspromonte ordinò ai suoi di non sparare sui fratelli italiani.
I fratelli italiani dell’esercito regio avevano l’ordine di sparare, anche su Garibaldi, ormai troppo ingombrante e pericoloso. Ferito all’anca e al malleolo (resterà zoppo) viene arrestato tra i suoi ufficiali mentre si fuma un sigaro, disteso.
Resterà in carcere a Varignano fino al 5 ottobre, con una pallottola ficcata nel malleolo.
L’intimazione di Garibaldi di deporre le armi non poteva essere accompagnata da maggior umiliazione.
Garibaldi tornerà a Caprera, Nullo morirà combattendo i Russi in Polonia a Krzykawka il 5 maggio 1863 mentre Mazzini morirà anni dopo a Pisa ancora clandestino con una condanna a morte pendente sul capo.
I conti sarebbero stati saldati solo tre mesi dopo, in Aspromonte. Garibaldi, nel 1862, da Marsala, traversò tutta la Sicilia fino a Messina con oltre diecimila volontari armati senza che l’esercito potesse o volesse intervenire, ma questa volta per arrivare a Roma.
Garibaldi con duemila uomini sbarcò in Calabria. Braccato dall’esercito regio in Aspromonte ordinò ai suoi di non sparare sui fratelli italiani.
I fratelli italiani dell’esercito regio avevano l’ordine di sparare, anche su Garibaldi, ormai troppo ingombrante e pericoloso. Ferito all’anca e al malleolo (resterà zoppo) viene arrestato tra i suoi ufficiali mentre si fuma un sigaro, disteso.
Resterà in carcere a Varignano fino al 5 ottobre, con una pallottola ficcata nel malleolo.
L’intimazione di Garibaldi di deporre le armi non poteva essere accompagnata da maggior umiliazione.
Garibaldi tornerà a Caprera, Nullo morirà combattendo i Russi in Polonia a Krzykawka il 5 maggio 1863 mentre Mazzini morirà anni dopo a Pisa ancora clandestino con una condanna a morte pendente sul capo.
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